Nel 1965 una tragica esplosione mette a fuoco la piattaforma metanifera Paguro, che si inabissa nelle profondità dell'Adriatico. Con il tempo, la natura si è impossessata del gigante di ferro ed acciaio, trasformandolo in un reef naturale insolito per i fondali sabbiosi della costa romagnola. In questa area, ora protetta, affiniamo il nostro vino.
Da una catastrofe nasce una meraviglia. Senza quell'evento nefasto non sarebbe mai nata la dimora delle più strane specie dei nostri mari, non sarebbe mai nata la culla dei vini della Tenuta del Paguro.
Dopo quasi 12 mesi di affinamento subacqueo questa selezione limitata emerge dagli abissi, ma ogni bottiglia porta ancora vivo il ricordo della sua genesi, sulle colline della Vena del Gesso romagnola. Il gusto è ormai cambiato: diverso, inconfondibile ed unico, pronto ad incuriosire e stimolare il tuo palato.
La bizantina Ravenna, capitale dell'Impero Romano d'Occidente, era sede del porto più importante dell'Adriatico. Durante i baccanali, il magister bibendi mesceva una varietà di vini, fra cui i vini “salsi” o salati, prodotti con uve seccate al sole e miscelati con acqua marina, per accelerare la maturazione e prevenire l'acetificazione. Da sempre il connubio mare e uva abita queste terre.
Tenuta Del Paguro è la prima cantina al mondo ad affinare con il metodo subacqueo.
Nelle profondità, a 25-30 metri sotto il livello del mare, il vino si trova sottoposto a condizioni fisiche uniche:
- l'assenza di luce protegge il vino da alterazioni dovute ai raggi UV,
- l'isobara mantiene una temperatura costante di 10-13° C,
- la differenza di pressione tra l'imbottigliamento (a 1 bar) e l'affinamento (a 4 bar a circa 30 mt. di profondità),
- infine l'armonico dondolio delle correnti marine.